ROMA, domenica 22 giugno 2025
L’ORECCHIO DI GIANO XXIV edizione
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ROMA, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
domenica 22 giugno, ore 17:30
La Morte e la Fanciulla
Kairi Quartet (Giappone-Austria)
Primo premio al XII Concorso Internazionale Premio “Annarosa Taddei” 2024
Musiche di :
- W.A. Mozart, "Quartetto k575"
- Dániel Dobri, "Oltre il fiume. Epigrafe etrusca immaginaria" (Prima assoluta)
- Flavio Colusso, "Fuoco"
- F. Schubert, "La morte e la fanciulla", Quartetto D810
Kairi Quartet
Taiga Sasaki, violino primo
Yu Mita, violino secondo
Jiliang Shi, viola
Hotaka Sakai, violoncello concerto gratuito compreso nel biglietto del Museo
in collaborazione con :
Associazione "Annarosa Taddei"
La morte e la fanciulla
Primo concerto della XXIV edizione de L’Orecchio di Giano: Dialoghi della Antica et Moderna Musica, nei giardini di Villa Giulia con il Kairi Quartet. I talentuosi giovanissimi musicisti giapponesi residenti a Salisburgo, Primo premio al Concorso Internazionale Premio “Annarosa Taddei” 2024, interpretano due celebri composizioni classiche, il sereno Quartetto k575 di Mozart e il travolgente "La morte e la fanciulla" di Schubert, in dialogo con due composizioni di autori contemporanei, "Fuoco" di Flavio Colusso e, in prima assoluta, il nuovo brano composto appositamente per questa occasione dal compositore ungherese Dániel Dobri "Oltre il fiume. Epigrafe etrusca immaginaria".
Kairi Quartet Fondato a Tokyo nel 2015 sotto la guida di Saiko Azuma del Tokyo College of Music, il Kairi Quartet nel 2017 ha vinto il Secondo premio - primo non assegnato - al Japan Classical Music Competition di Tokyo e, nel 2024, il Primo premio al Concorso Int.le “Premio Annarosa Taddei” di Roma. Dal 2023 il Gruppo è sostenuto dalla fondazione giapponese Meigakudō Music Foundation. Il Quartetto è composto da Taiga Sasaki e Yu Mita (violini), dal violista cinese Jiliang Shi, che si è unito al gruppo nel 2023, e Hotaka Sakai (violoncello). Da allora si perfeziona al Mozarteum di Salisburgo con Rainer Schmidt, del Quartetto Hagen e con Cibrán Sierra Vázquez, del Quartetto Quiroga. Oltre a esibirsi in contesti tradizionali, tra cui il Fuji Mountain Music Festival 2019 - dove ha condiviso il palco con il famoso clarinettista Peter Schmidl, già Primo clarinetto dei Wiener Philharmoniker e recentemente scomparso - Kairi ha preso parte anche a numerosi progetti innovativi, come l’esecuzione di un film muto o collaborando con danzatori di classica e di jazz e con il “Teatro delle Marionette di Salisburgo” durante le celebri Mozartwoche. La parola giapponese Kairi significa “miglio marino” e vuole rappresentare il desiderio dei quattro membri del gruppo di oltrepassare i confini della musica e renderla accessibile a tutti, credendo fermamente nell’universalità del suo linguaggio che può essere compreso e "parlato" da ognuno di noi. La visione artistica dei quattro giovani musicisti è radicata nella convinzione che i valori tradizionali possano coesistere con il modernismo, adattandosi ai diversi e mutevoli approcci stilistici.
La nuova "Epigrafe etrusca immaginaria" di Dániel Dobri
L’indomani andarono davvero a Villa Giulia. Guardarono le tombe, i sarcofagi, sui cui coperchi gli antichi etruschi defunti vivevano allegri, mangiavano, bevevano, abbracciavano le mogli, proclamando la filosofia etrusca che non avevano messa per iscritto, perché gli etruschi furono così saggi da non sviluppare mai una letteratura; per contro, sul viso delle loro statue si può leggere molto esplicitamente: solo l’istante conta, e l’istante bello non passa mai... In una vetrina era esposto un gruppo di statue: uomini sonnolenti guidati da donne, donne sonnolente guidate o rapite da satiri. «Che cosa sono?» chiese Mihály sorpreso. «È la morte» disse Waldheim e la sua voce si fece tagliente come ogni volta che affrontava seri argomenti scientifici. «Questa è la morte; o forse piuttosto l’azione del morire. Perché non è la stessa cosa. Le donne che seducono gli uomini, i satiri che rapiscono le donne, sono i demoni della morte. Ma hai fatto attenzione? Le donne sono rapite da demoni maschili, gli uomini da demoni femminili. Questi etruschi sapevano bene che morire è un atto erotico».
Questa citazione è tratta dal romanzo cult "Il viaggiatore e il chiaro di luna" dello scrittore ungherese Antal Szerb, il cui motivo centrale è la visione etrusca della morte.Attualmente sto componendo la mia prima opera lirica ispirandomi proprio a questo romanzo. È dunque per me una fonte di ispirazione particolarmente significativa aver avuto l’opportunità, su invito del Maestro Flavio Colusso, di scrivere anche un quartetto d’archi destinato allo spazio sacro e simbolico del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. L’arco concettuale del brano si sviluppa intorno a un’epigrafe etrusca immaginaria, e ruota attorno ai temi del viaggio, della morte, dell’amore e dell’acqua.
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